lunedì 6 giugno 2011

L'altra metà della mela


L'altra metà della mela
olio su tela
60x70
2009

I due anziani sono sospesi in un ambiente dove il tempo sembra essere assente, in un’atmosfera quasi surreale. Il giardino che li circonda ricorda il famoso giardino che accoglieva Adamo ed Eva e che, come si evince dall’etimologia della parola “giardino”, corrisponde al Paradiso terrestre. Del resto l’assonanza con i due progenitori dell’umanità può essere vista come un qualcosa di provocatorio e ironico  in quanto i due protagonisti ormai non più giovani sembrano giocare insieme con l’oggetto del peccato; al tempo stesso però il gesto del cogliere “la prima mela”, come cantava Angelo Branduardi alla fine degli anni Settanta, rappresenta anche la volontà di non lasciarsi sfuggire le occasioni che la vita ci offre senza, tuttavia oltrepassare il limite rappresentato dall’atto di mordere la mela.
Il quadro, all’apparenza naturalistico, “nasconde” quindi molteplici significati; la mela, “così semplice da mordere” come scriveva Pablo Neruda, viene solamente colta dai due anziani, senza anteporre così i beni inferiori (materiali) ai beni superiori (come diceva Sant’Agostino). Questo è divenuto nel quadro, come nella vita, il loro punto di forza, il loro simbolo d’immortalità e di complementarietà reciproca, e io, proprio come in questo dipinto, voglio ricordare i miei nonni ricongiunti nel “loro giardino” e immaginarli nel momento in cui potranno unire nuovamente le due metà della loro “mela”.


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